PROSPETTIVE PER IL PEACEBUILDING IN SIRIA: IL PROCESSO DEMOCRATICO IN ROJAVA

La regione del Rojava, nel nord della Siria, conosciuta anche come Kurdistan occidentale, ha ricevuto attenzione e interesse da parte degli osservatori internazionali per la sua innovativa amministrazione autonoma. Le autorità de facto stanno infatti costituendo un sistema politico originale fondato sulla democrazia partecipativa, la parità di genere, il rispetto dei diritti delle minoranze, laicità e sviluppo sostenibile. Anche in un contesto di crisi come la guerra in Siria in corso dal 2011, le istituzioni del Rojava propongono un approccio che definiscono “nonviolento”, fondato sull’autodifesa e la democratizzazione del settore militare.

Nel Rojava si stanno in questi mesi svolgendo elezioni comunali, regionali e parlamentari. Tale processo democratico può rafforzare la legittimità delle istituzioni e la stabilità della regione, per consentire al sistema di “resistere” alla guerra in Siria e anche per offrire un modello di amministrazione che possa contribuire alla soluzione del conflitto e al peacebuilding nell’area.

La Federazione Autonoma della Siria del Nord – Rojava

Dopo anni di scontri con l’esercito governativo siriano, il Rojava ha proclamato la sua autonomia da Damasco a gennaio 2014. Le istituzioni de-facto hanno promosso la partecipazione democratica di diritti umani delle minoranze all’interno della regione multiculturale della Siria del nord attraverso di un sistema politico chiamato “confederalismo democratico”.

La partecipazione democratica è garantita da un sistema federale di partecipazione a più livelli. La struttura è divisa in comuni, regioni e un’assemblea parlamentare, il Consiglio Democratico Siriano. Ogni livello amministrativo elegge copresidenti (la pluralità dei quali incoraggia la parità di genere e la rappresentanza delle minoranze culturali) per decisioni che riguardano le comunità locali, ed elegge delegati che li rappresentano al livello amministrativo superiore. Il 22 settembre 2017, gli elettori hanno votato i  rappresentanti di oltre 3000 comuni.

Il 1 dicembre, le elezioni si sono svolte nelle regioni di Al-Jazeera, Eufrate e Afrin, per nominare Amministratori dei consigli locali. Come terza e ultima fase, a gennaio 2018 saranno eletti i membri del Consiglio Democratico Siriano.

Le origini culturali del sistema politico

La struttura democratica del Rojava appare particolarmente innovativa per gli standard internazionali, e a maggior ragione se contestualizzato nell’area della Siria e dei paesi confinanti. Fonti curde insistono che l’elaborazione dell’originale teoria politica e costituzionale è il risultato di un processo partecipativo che ha coinvolto i diversi settori della società. Tuttavia, è importante non sottovalutare il ruolo che i leader curdo Abdullah Ocalan ha avuto nel teorizzarne i contenuti. Ocalan è tra i fondatori del PKK, la forza politica che ha lottato per l’indipendenza del Kurdistan dalla Turchia. Il PKK è incluso da numerosi paesi nella lista di organizzazioni terroristiche, a causa degli attacchi armati rivolti anche verso obiettivi civili. Lo stesso Ocalan è detenuto dal 1999 in isolamento in un carcere turco. Durante gli anni di detenzione, Ocalan ha modificato radicalmente il suo pensiero politico. Formato su autori come Bookchin, Foucault, Wallerstein e Braudel, ha abbandonato l’ideologia marxista-leninista che caratterizzava il PKK, per proporre il confederalismo democratico, oggi realizzato in Rojava, come sistema politico ideale nell’amministrazione di società multiculturali. Ocalan ha elaborato la sua teoria in diverse opere sul tema. Nel 2006, ha rinnegato l’uso della violenza e della lotta armata e ha proposto l’inizio di negoziazioni pacifiche in Turchia sulla questione Kurda. L’innovazione principale nella lotta politica è consistita, oltre che nella scelta nonviolenta, nell’abbandonare la ricerca di uno Stato Nazione Kurdo.

Come ex militare e leader politico, Ocalan ha mantenuto una forte autorità carismatica sulla popolazione Kurda del Rojava, che ha sposato il suo approccio sullo Stato Nazione e l’uso della violenza. Nonostante i processi partecipativi che caratterizzano la politica del Rojava e le sue istituzioni, il contributo ideologico di Ocalan rimane determinante nell’introduzione di principi come lo sviluppo sostenibile, la giustizia riparativa, e il femminismo, promosso con la disciplina della gineologia.

Il possibile impatto sul peacebuilding in Siria

Mentre il conflitto armato in Siria è in corso, è difficile prevedere possibili sviluppi  nel sistema politico della regione. La sfida principale allo sviluppo dell’esperienza in Rojava è l’esclusione della regione dai Colloqui di pace di Ginevra, dovuta all’opposizione della Turchia e di altri gruppi ribelli, anche curdi. La partecipazione ai negozianti internazionali avrebbe rafforzato l’amministrazione sia in termini di stabilità sia di legittimazione agli occhi dell’opinione pubblica mondiale come esempio ambizioso e innovativo, per la comunità internazionale, di amministrazione di una società multiculturale.

La teoria del confederalismo democratico ambisce a promuovere la coesistenza in società multiculturali attraverso il superamento del concetto di Stato-nazione. Di conseguenza, la regione ha organizzato la sua amministrazione autonoma senza richiedere l’indipendenza dalla Siria, ma decidendo di rimanerne parte.
Inoltre, la Costituzione del Rojava, chiamata Contratto Sociale, presenta il concetto di Stato-Nazione come la radice delle crisi e dei conflitti degli ultimi decenni. L’amministrazione, di conseguenza, non ha l’obiettivo di autoproclamarsi indipendente. Non entra neanche in conflitto con l’autorità Siriana, al contrario riconosce la sua integrità territoriale.

Altri gruppi ribelli hanno criticato l’amministrazione del Rojava per questa ambigua relazione con il Governo di Assad. Tale posizione rafforza peraltro il particolare approccio all’uso della forza applicato dal Rojava. L’amministrazione ricorre alla lotta armata solo per legittima difesa. Inoltre, l’esercito è organizzato con un processo partecipativo in consigli militari locali, che incoraggiano la responsabilità di fronte ai vari livelli della società.

Nonostante il contesto di crisi e i diversi oppositori, la proposta federale del Rojava ha la possibilità e le caratteristiche per ottenere il supporto dei principali attori coinvolti nel conflitto siriano, e ispirare un possibile soluzione per il peacebuilding nell’area. Gli Stati Uniti stanno sostenendo militarmente il Rojava nella lotta contro il Daesh, ottenendo la liberazione di Raqqa, considerata “capitale del califfato” nell’ottobre 2017. Inoltre, la Russia, essa stessa una federazione, non esclude il federalismo come un possibile modello di amministrazione per la futura Siria. Infine, lo status di regione autonoma all’interno dello Stato Siriano potrebbe portare a un accordo con Damasco. In ogni caso, al momento il Governo Siriano si oppone alle iniziative delle istituzioni del Rojava, in linea con la Turchia, l’Iran e altri gruppi Curdi.

Il successo del sistema politico del Rojava dipenderà dagli sviluppi sul campo del conflitto Siriano. Tuttavia, da un punto di vista culturale e teorico, il confederalismo democratico costituisce già un modello da prendere in considerazione come esempio di amministrazione di una società democratica e multiculturale.